La Republique en Marche ha vietato l’uso degli smartphone nelle scuole elementari e medie francesi dall’inizio del prossimo anno scolastico.
Sebbene l’uso degli smartphone in classe fosse già limitato, Emmanuel Macron è riuscito a far prevalere il suo parere permettendo l’uso dello smartphone solo in alcuni casi particolari, per i ragazzi portatori di handicap o per chi utilizza i dispositivi tecnologici per usi pedagogici. Ricordiamo che la Legge deve prima passare dal Senato per essere approvata definitivamente.
Smartphone si o smartphone no
Non ci sono dubbi. Nessuno può fare a meno della connessione Internet e di uno smartphone che sia datato o di ultima generazione e come dimostrato da uno studio condotto da Recovery Data:
- il 52% degli utenti controlla i social
- il 45% legge news
- il 41% scatta foto
- il 31% guarda brevi video
- il 26% effettua ricerche sul web
Già fin dalla primissima età i giovani millenials sono in grado di utilizzarlo con la massima serenità e semplicità. Ma siamo sicuri che vietarne l’uso possa davvero aiutare i giovani ad essere più attivi e partecipi nella società?
Usare lo smartphone durante le lezioni è vietato già da tempo ma risulta difficile fare rispettare questa legge. La tecnologia ha da sempre risolto problemi o agevolato le azioni dell’uomo, il vero problema nasce quando si abusa del mezzo tecnologico attraverso un uso irresponsabile dello stesso.
Nonostante i divieti ci sarà sempre il furbetto che riuscirà a varcare la soglia del portone della scuola con il proprio amato smartphone.
Vietare l’uso di uno strumento utilizzato da tutti quotidianamente senza limiti di tempo potrebbe rivelarsi controproducente. Se un ragazzo o un bambino viene costretto a non usare lo smartphone per l’intera mattinata e/o pomeriggio potrebbe non vedere l’ora di arrivare a casa per poterlo utilizzare distraendosi più facilmente in classe e utilizzarlo fino alle prime luci dell’alba per poter recuperare il tempo perduto.
Servizi ICT per la scuola
Distogliamo lo sguardo dalla Francia e concentriamoci sul nostro Paese. In Italia il governo Gentiloni ha intrapreso una strada diversa che ha denominato PUA – Politica di Uso Accettabile – con l’obiettivo di istruire giovani e non ad uso didattico dei dispositivi digitali in classe. Anche in questo caso non si ha la certezza che i giovani non si concedano qualche minuto sul social network preferito, ma non è di questo che vogliamo parlare.
La tecnologia può offrire un supporto molto utile sia in fase di insegnamento che di apprendimento. Imparare giocando con la Realtà Aumentata per esempio attiva nel bambino un processo di attenzione maggiore perché coinvolto in prima persona ad interagire virtualmente con gli oggetti.
Da Nord a Sud i progetti nati per e nelle scuole nel campo tecnologico sono in continua evoluzione, si pensi all’uso delle Lim o al Coding e al pensiero computazionale che prepara i bambini ad analizzare un problema e trovare delle soluzioni paragonabili a degli algoritmi, chiari, sintetici e precisi.
La robotica, l’Intelligenza artificiale e le soluzioni tecnologiche messe a disposizione dal mercato offrono infinite possibilità per educare i giovani ad un uso consapevole e responsabile dei dispositivi mobili che può essere sviluppato in tenera età e intrapreso per tutto il percorso accademico e sociale.